
Nel 2012, tra le donne in tutto il mondo, ci sono stati 6,7 milioni di nuovi casi di cancro e 3,5 milioni di decessi. “Questi numeri dovrebbero aumentare a 9,9 milioni di casi e 5,5 milioni di morti ogni anno, tra le donne, entro il 2030 come conseguenza della crescita e l’invecchiamento della popolazione”, sostiene il rapporto dell’American Cancer Society. A rafforzare l’allarme, un secondo rapporto appena pubblicato sulla rivista Lancet, secondo cui il numero di donne con diagnosi di cancro al seno potrebbe quasi raddoppiare dagli 1,7 milioni del 2015 a 3,2 milioni l’anno entro il 2030. Mentre per il cancro del collo dell’utero, il numero di diagnosi potrebbe aumentare di almeno del 25% e arrivare a oltre 700.000 nel 2030.
Il cancro uccide una donna su sette in tutto il mondo, ma spesso i casi sono prevenibili o possono essere curati meglio se diagnosticati precocemente. Questo purtroppo però accade molto raramente nei paesi a basso e medio reddito. Inoltre, proprio in questi paesi, le donne sono più esposte a noti fattori di rischio associati ad una rapida transizione economica, come inattività fisica, alimentazione scorretta, obesità . La conseguenza è che la maggiore concentrazione di tumori tra le donne si registra in Asia orientale, soprattutto in Cina. Mentre i paesi con il tasso di mortalità più elevati sono Zimbabwe, Malawi, Kenya, Mongolia e Nuova Guinea. Introdurre in questi paesi un pacchetto di screening del prezzo di appena 1,55 euro a persona, conclude Lancet, equivarrebbe ad investire in una prevenzione efficacie contro i tumori pari al 3% della loro spesa sanitaria.
